L’inverno è trascorso. Non quello della stagione climatica, quello del freddo che avvinghia l’animo e raffredda i sentimenti. Il battito non si ferma, rallenta al massimo, poi si riprende e il cuore corre più che può. Specie quando le tue gambe vengono sospinte da ali di folla tonanti, che scandiscono il tuo nome tirando fuori tutta l’aria dai polmoni, mentre sugli spalti garriscono vessilli rossoblù. Nessun orso mina la tua corsa, nessun agguato ti ha strappato al tuo habitat naturale, nessuna illusione ha superato la realtà. Come Hugh-Di Caprio in Revenant, hai attraversato mille difficoltà e tanti pericoli, senza mai perdere di vista la tua base di partenza che è sempre stata anche la tua meta. Arillo e la Feldi Eboli, c’è voglia di tornare a correre, il countdown verso il raduno scorre veloce, la numero 10 è al sicuro.
ASSALTI A VUOTO – Nella foresta del mercato sono stati diversi gli assalti all’atleta partenopeo, la voglia principale delle parti in gioco è sempre stata di assicurarsi il bene vicendevole, schivando trappole e inganni. All’ombra del vulcano dove risiede il futsalero sono giunte tante fiere, lupi e pantere, ma la volpe della Feldi astuta quanto affidabile non ha mai perso di vista il suo pupillo. Intorno qualche sguardo ma nessuna zampata decisiva per cercare di strappare il talento dalla Piana del Sele, il territorio e la famiglia rossoblù sono e restano per Arillo l’isola felice dove rincorrere nuovi obiettivi. “Innegabile che ci sia stato interesse da più fronti – esordisce il patron Di Domenico -, ma tra il dire e il fare come sempre c’è di mezzo il mare. C’è una regola che vale per tutti i nostri atleti: vogliamo che si sentano a loro agio per difendere i colori della Feldi Eboli. Se c’è una crepa in un rapporto siamo pronti a verificarla, senza mettere toppe, ma cementando l’unione per costruire ancora insieme. Arillo sarà con noi ancora a lungo, l’accordo termina nel giugno 2020, il bene che gli vogliamo non ha data di scadenza”.
UNA MAGLIA CHE PESA – Come una tormenta, il fischio finale della stagione ha segnato l’inizio degli strazi per i rami migliori della Feldi Eboli, qualcuno ha cercato di spezzare quelli più forti, mentre la società aveva già troncato altri non più concordanti. Arillo ha però abbandonato i panni della preda per tornare a vestire quelli del predatore da parquet: “E’ stato un periodo in cui ho sentito e letto tanto sul mio conto – le parole di Arillo -, ma ogni passo è stato fatto sotto la guida della società di patron Di Domenico. Abbiamo ragionato insieme, questa maglia la sento ancor di più per quanto conquistato ad Eboli, una piazza a dir poco entusiasmante e dalla quale diviene difficile staccarsi. Poche squadre si identificano nella città come qui, c’è un pubblico straordinario, da sempre il sesto uomo al PalaDirceu”. Il futsalero rilegge l’ultima stagione: “Insieme a Nunzio (Frosolone n.d.r.) ho avuto l’onere e l’onore di indossare la maglia della Nazionale, un ulteriore impegno che passa attraverso quanto di buono fatto con la Feldi. La numero 10? Eh sì, mi mette addosso tanta responsabilità, ringrazio tutti quelli che mi hanno dimostrato il loro interesse, ma sarò pronto a sudarla gara dopo gara e farmi trovare pronto da mister Basile. Go Feldi go!”.
ufficio stampa Feldi Eboli