Con l’arrivo di Novembre, mese che fa da transizione tra l’autunno e le vacanze natalizie, una malinconica quanto intramontabile “November Rain” dei Guns ‘N Roses ritorna a spopolare nelle radio e sui social.
La pioggia, il freddo umido e il vento tagliente, un clima che invece la Feldi Eboli quest’anno ha lasciato da parte per trascorrere una settimana diversa, storica per certi versi, nel freddo secco e nevoso della Lettonia. La seconda avventura europea delle volpi non è finita come tutti ci auspicavamo nei risultati, ma se non ci soffermiamo sul mero punteggio c’è tanto di buono che questo gruppo si porta dietro.
Nella neve novembrina di Riga, un tempo anomalo anche per gli abitanti lavonici che ci hanno raccontato come il -11 gradi registrato sia una temperatura da gennaio-febbraio, un qualcosa di mai visto. Un clima inedito per questi periodi, come inedito è stato anche il confronto che le volpi hanno avuto con i pluricampioni del Barcellona e con una delle stelle del futsal mondiale, Ricardinho, tante emozioni racchiuse in pochi giorni che non molti possono vantare di aver vissuto.
Lo Zemgales Olympic Centre di Jelgava è stato teatro di incontri che resteranno indelebili, non parliamo solo di quelli sul parquet ma anche di quelli dietro le quinte. Chi ha incontrato i propri idoli d’infanzia, chi ha scattato una foto per guardarla fra qualche anno e dire “io ho condiviso lo stesso spogliatoio, lo stesso palazzetto, lo stesso campo con i top assoluti di questo sport”, chi ha ritagliato l’articolo di giornale che vedeva il suo nome in risalto sui quotidiani esteri.
Alla fine, pensandoci bene, la Feldi Eboli di Gaetano Di Domenico ha vinto, ce l’ha fatta. Ha sfidato i migliori, quelli che gli basta un solo tocco in una partita per fare la differenza, quelli che guardava in tv sognando tra il serio e il faceto di poterli sfidare davvero un giorno. Ha gioito sfiorando un’impresa e si è disperata per un’eliminazione forse, ai punti, più pesante del dovuto.
Ma di un viaggio quello che ci portiamo dietro, alla fine, sono i ricordi vissuti insieme. Posti nuovi, volti sconosciuti che diventano facce amiche, momenti che diventano instantanee di esperienze che ci formano e ci fanno crescere. La Feldi c’era quando Ricardinho ha segnato quello che ad oggi potrebbe essere il suo ultimo gol in Champions League, di cui è il miglior marcatore della storia; c’era quando Calderolli l’ha messa dentro due volte fermando il Barça contro cui le volpi erano già date per spacciate; c’era quando nelle sconfitte con Riga ed Etoille ha imparato che per raggiungere vette ancora più alte bisogna necessariamente passare da cadute come queste.
Non sempre infatti le esperienze vissute sono totalmente positve, ma il più delle volte ci saranno degli ostacoli da superare ed è proprio quando non riesci a farlo che hai la possibilità di crescere e gettare le basi per un futuro ancor più radioso. L’unico errore sarebbe non imparare da ciò che si è vissuto, dai legami che si sono forgiati ancora di più in una società che ha più squadre nella stessa squadra, che esperienza dopo esperienza diventano sempre più un’unica grande famiglia, guidate dalla passione e dell’amore viscerale del “Capofamiglia”.
La Feldi, ad oggi, ha si perso l’Elitè Round ma dopo due anni di campagna europea sta guadagnando uno status di Elitè nel futsal europeo. Lo avreste immaginato qualche anno fa? Noi in cuor nostro ci abbiamo sempre creduto, perchè il lavoro quotidiano, la passione e la voglia di migliorarsi pagano sempre.
Stavolta, il volo guidato dal comandante Salvo Samperi ha trovato qualche turbolenza di troppo, ma non è escluso che tra un anno si possa ripartire verso nuovi lidi europei. Dopo una partenza da cineteca, il clima anomalo della Lettonia ha reso l’atterraggio più brusco ma anche i migliori possono continuare ad imparare, d’altronde è questo il segreto per raggiungere il top. Volare nella neve non ci capita tutti i giorni, soprattutto a noi meridionali amanti dei classici stereotipi tanto veri quanto ripetitivi, ma dateci il tempo di abituarci, di prendere le misure e vedrete che saremo capaci di atterraggi anche in condizioni proibitive.
Ed ecco che le volpi si ritrovano con uno staff tecnico di prim’ordine che lavora fino a tardi e in maniera maniacale, un gruppo squadra che si sostiene l’uno con l’altro, un gruppo media che fa della creatività la sua linfa vitale per affermarsi tra le migliori comunicazioni europee, una dirigenza che unisce serietà e quel pizzico di “cazzima” tipico del nostro territorio che ti permette di lasciare il segno anche senza vincere.
Giovani tifosi che provano a strappare una foto, messaggi da nuovi supportes stranieri che chiedono una maglia del Città di Eboli per esporla in eventi di beneficenza con le migliori squadre d’Europa. Non ci sembra poi una sconfitta tutto ciò, per il blasone di un club che ha ormai valicato i confini nazionali.
Ecco, ora unite tutto questo e chiedetevi: cosa ci resta di questa Champions? Qualcuno potrebbe pensare che quest’esperienza possa averci ridimensionato, dimenticando ciò che è stato e ciò che sarà, di una squadra e di un gruppo che ha già scritto la storia e vuole continuare a farlo, come sempre, tutti insieme.
Filippo Folliero – Ufficio Stampa Feldi Eboli